Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 23922 del 30 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:23922PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato, ai sensi dell'art. 110 c.p., richiede la puntuale ricognizione di una qualche forma di influenza, materiale o morale, rispetto alla condotta criminosa realizzata dall'autore principale, non potendo fondarsi esclusivamente sulla mera presenza in compagnia dell'altro soggetto e sul successivo incitamento alla fuga. La configurabilità del concorso presuppone comunque una partecipazione, anche unilaterale, alla realizzazione del fatto, con la consapevolezza del ruolo svolto dagli altri concorrenti e la volontà di contribuire all'azione delittuosa, in un'ottica di unitarietà dell'obiettivo criminoso perseguito. Il giudice di merito, pertanto, è tenuto a motivare adeguatamente l'esistenza di un consapevole e volontario apporto, morale o materiale, del concorrente alla commissione del reato, non potendo desumerlo automaticamente dalla mera presenza sul luogo del fatto e dalla successiva condotta di fuga.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI SALVO Emanuele - Presidente

Dott. NARDIN Maura - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - rel. Consigliere

Dott. PAVICH Giuseppe - Consigliere

Dott. DAWAN Daniela - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/02/2018 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ESPOSITO ALDO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ORSI LUIGI che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio quanto alla pena e per l'inammissibilita' nel resto.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza in epigrafe la Corte di appello di Bologna,…

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