Il giudice di legittimità, nel pronunciare l'annullamento parziale della sentenza di appello, afferma che: La fattispecie di ingiuria, di cui all'art. 594 c.p., risulta depenalizzata per effetto del D.Lgs. n. 7 del 2016, sicché deve essere pronunciato l'annullamento senza rinvio della relativa condanna, in quanto il fatto non è più previsto come reato, con conseguente revoca delle statuizioni civili. In riferimento ai reati di lesioni e minacce, la sentenza impugnata risulta sorretta da congrua motivazione, essendo la valutazione degli elementi di prova (per la minaccia, costituiti da tabulati telefonici) conforme ai canoni normativi di cui all'art. 192 c.p.p. Non si ravvisa, pertanto, erronea applicazione della legge penale in relazione a tali reati, le cui contestazioni risultano adeguatamente vagliate dal giudice di appello sulla base delle dichiarazioni della persona offesa, non smentite da altri elementi probatori. Conseguentemente, l'annullamento della sentenza è disposto limitatamente al reato di ingiuria, mentre per i reati di lesioni e minacce si procede al rinvio ad altra sezione della Corte di Appello, al fine della sola determinazione della pena.