Il rilascio di un permesso di costruire in sanatoria ai sensi della normativa sul condono edilizio (legge n. 47/1985, legge n. 724/1994 e legge n. 326/2003) è subordinato al rispetto di specifici requisiti, tra cui la preesistenza delle opere abusive rispetto alle date di scadenza perentorie fissate dalle suddette leggi e l'anteriorità delle ragioni di credito per cui si interviene rispetto alle medesime leggi. L'amministrazione comunale è legittimata ad annullare d'ufficio il permesso di costruire in sanatoria qualora accerti, anche a seguito di accertamenti tecnici, che tali requisiti non sussistano, senza che ciò comporti una violazione del principio di affidamento o un onere motivazionale particolarmente gravoso, trattandosi di una situazione di fatto contra ius. L'annullamento d'ufficio del permesso di costruire in sanatoria, effettuato nel rispetto del termine ragionevole di cui all'art. 21-nonies della legge n. 241/1990, non è pertanto illegittimo per illogicità o contraddittorietà della motivazione, né per violazione del contraddittorio procedimentale, ove la parte interessata sia stata messa in condizione di partecipare al procedimento.