Il diniego di autorizzazione paesaggistica per la realizzazione di un impianto di distribuzione carburanti è legittimo quando l'intervento edilizio risulta in contrasto con la normativa del piano territoriale paesistico, in particolare con il divieto di incremento volumetrico previsto per le zone di recupero urbanistico-edilizio e di restauro paesistico-ambientale. L'amministrazione comunale, a seguito dell'annullamento di un precedente diniego per vizio motivazionale, può legittimamente sottoporre nuovamente la pratica ad un approfondimento istruttorio della Commissione Locale del Paesaggio, anche in presenza di un precedente parere favorevole della stessa, quando emergano fondati dubbi di legittimità sulle precedenti scansioni procedimentali non toccate dalla pronuncia giurisdizionale. Il parere negativo successivamente espresso dalla Commissione Locale del Paesaggio, in tal caso, implicitamente annulla e sostituisce il precedente parere favorevole, senza che sia necessario seguire le cautele prescritte per l'annullamento in autotutela, trattandosi di un atto endoprocedimentale inidoneo a generare posizioni consolidate di vantaggio e di ragionevole affidamento. Inoltre, l'impianto di distribuzione carburanti non può essere equiparato alle opere di urbanizzazione secondaria, per le quali l'art. 13, comma 5, del piano territoriale paesistico prevede una deroga al divieto di incremento volumetrico, in quanto non risulta specificamente individuato negli strumenti di pianificazione urbanistica comunale come attrezzatura pubblica destinata al rispetto degli standard urbanistici.