Cassazione penale Sez. II sentenza n. 57840 del 20 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:57840PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La retrodatazione della decorrenza dei termini di custodia cautelare ai sensi dell'art. 297, comma 3, c.p.p. opera solo quando i fatti oggetto delle diverse ordinanze cautelari emesse in procedimenti separati siano tra loro connessi in modo qualificato, ovvero quando gli elementi giustificativi della seconda ordinanza fossero già desumibili dagli atti al momento dell'emissione della prima, purché i procedimenti siano in corso davanti alla stessa autorità giudiziaria e la loro separazione sia frutto di una scelta del pubblico ministero. Tuttavia, tale retrodatazione non è possibile quando la condotta di partecipazione all'associazione criminosa contestata nella seconda ordinanza si sia protratta oltre la data di emissione della prima ordinanza, in quanto in tal caso i fatti non possono considerarsi anteriori. Inoltre, ai fini della retrodatazione, non è sufficiente la mera conoscenza o conoscibilità di determinati elementi di fatto, essendo necessario che gli stessi abbiano una specifica "significanza processuale" e siano concretamente desumibili dagli atti al momento dell'emissione della prima ordinanza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Anton - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfre - Consigliere

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. SGADARI G. - Consigliere

Dott. RECCHIONE - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 15/07/2018 del TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa RECCHIONE SANDRA;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ANIELLO ROBERTO che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
udito il difensore (OMISSIS) che si riporta ai motivi ed insiste nell'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale per le misure coercitive di Reggio Calabria, rigettav…

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