Il diniego di condono edilizio per opere abusive realizzate in area soggetta a vincoli paesaggistici, ambientali e di tutela di aree protette è legittimo, in quanto l'art. 3, comma 1, lett. b), della legge regionale n. 12/2004 preclude la sanatoria per le opere non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici, anche se realizzate prima dell'apposizione del vincolo. Tuttavia, la presentazione di una domanda di sanatoria in sanatoria ai sensi dell'art. 34 del d.P.R. n. 380/2001 dopo l'adozione dell'ordine di demolizione fa venir meno l'efficacia di quest'ultimo, il quale dovrà essere sostituito da un nuovo provvedimento sanzionatorio all'esito del procedimento di sanatoria, indipendentemente dal suo esito positivo o negativo. Ciò in quanto il riesame dell'abusività dell'opera, al fine di verificarne l'eventuale sanabilità, comporta la necessaria formazione di un nuovo provvedimento, che vale in ogni caso a superare l'ordine di demolizione originariamente adottato dalla pubblica amministrazione. Pertanto, il ricorso avverso il diniego di condono edilizio è respinto per infondatezza, mentre quello avverso l'ordine di demolizione è dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.