Cassazione penale Sez. III sentenza n. 7398 del 19 febbraio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:7398PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri, di cui all'art. 291-quater del D.P.R. n. 43 del 1973, sussiste quando vi sia la predisposizione di un'organizzazione strutturale, anche minima, di uomini e mezzi, funzionale alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti di contrabbando di tabacchi lavorati esteri, nella consapevolezza, da parte dei singoli associati, di far parte di un sodalizio durevole e di essere disponibili ad operare per l'attuazione del programma criminoso comune. Il criterio distintivo tra il delitto di associazione per delinquere e il concorso di persone nel reato continuato va individuato nel carattere dell'accordo criminoso, che nell'ipotesi di concorso si concretizza in via meramente occasionale ed accidentale, essendo diretto alla commissione di uno o più reati determinati, anche nell'ambito del medesimo disegno criminoso, con la realizzazione dei quali si esaurisce l'accordo e cessa ogni motivo di allarme sociale, mentre nel reato associativo risulta diretto all'attuazione di un più vasto programma criminoso, per la commissione di una serie indeterminata di delitti, con la permanenza di un vincolo associativo tra i partecipanti, anche indipendentemente ed al di fuori dell'effettiva commissione dei singoli reati programmati. Ai fini dell'applicazione della recidiva facoltativa, il giudice è tenuto a verificare in concreto se la reiterazione dell'illecito sia effettivo sintomo di riprovevolezza della condotta e di pericolosità del suo autore, escludendo l'aumento di pena, con adeguata motivazione sul punto, ove non ritenga che dal nuovo delitto possa desumersi una maggiore capacità delinquenziale. La valutazione della recidiva non può pertanto limitarsi al mero riscontro formale dell'esistenza di precedenti penali, ma deve esaminarne criticamente la natura e la connessione con il reato attuale, al fine di accertare l'effettiva inclinazione al reato dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO ((omissis)) - Presidente

Dott. SAVINO Maria G. - Consigliere

Dott. ORILIA Lorenzo - rel. Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 99/2012 CORTE APPELLO di TRIESTE, del 08/10/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/01/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LORENZO ORILIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SPINACI Sante che ha concluso per il rigetto.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza 8.10.2013 la Corte d'Appello di Trieste - per quanto ancora interessa - ha conf…

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