Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25813 del 2 luglio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:25813PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel valutare la sussistenza del vincolo della continuazione tra più reati, deve accertare l'unicità del disegno criminoso, che ricorre quando i singoli reati costituiscono parte integrante di un unico programma deliberato fin dall'origine nelle linee essenziali per conseguire un determinato fine, al quale deve aggiungersi, volta per volta, l'elemento volitivo necessario per l'attuazione del programma delinquenziale. Tale unicità di disegno non può essere riconosciuta quando i reati, pur rientrando nell'ambito delle attività di un sodalizio criminoso e essendo finalizzati al suo rafforzamento, non erano programmabili ab origine perché legati a circostanze ed eventi contingenti e occasionali o, comunque, non immaginabili al momento iniziale dell'associazione. Pertanto, il giudice dell'esecuzione non può applicare il vincolo della continuazione tra un reato associativo e un reato fine che, pur essendo riconducibile alle attività del sodalizio, non era stato programmato nelle sue linee essenziali sin dal momento costitutivo dell'associazione, ma è stato determinato da fattori e motivazioni estranei e sopravvenuti rispetto al programma criminoso originario. La valutazione della sussistenza degli elementi sintomatici dell'unicità del disegno criminoso, quali la vicinanza cronologica tra i fatti, la causale, le condizioni di tempo e di luogo, le modalità delle condotte, la tipologia dei reati, il bene tutelato e l'omogeneità delle violazioni, deve essere effettuata in modo rigoroso e puntuale dal giudice dell'esecuzione, al fine di evitare un'applicazione indebita del vincolo della continuazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIANI Vincenzo - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere-Rel.

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. POSCIA Giorgio - Consigliere

Dott. TOSCANI Eva - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Sc.Ra. nato a N il (Omissis)
avverso l'ordinanza del 25 settembre 2023 della Corte Appello di Napoli
udita la relazione svolta dal ((omissis));
lette le conclusioni del PG.
Il Procuratore generale, ((omissis)), chiede dichiararsi l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Sc.Ra. ricorre avverso l'ordinanza del 25 settembre 2023 della Corte di appello di Napoli che, quale giudice dell'esecuzione, ha rigettato la richiesta di applicazione della disciplina della continuazione ex art. 671 cod. proc. pen., co…

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