Il provvedimento di revoca dell'assegnazione di un'area nell'ambito di un piano di insediamenti produttivi, adottato dall'amministrazione comunale a seguito dell'inadempimento degli obblighi convenzionali da parte del soggetto assegnatario, costituisce atto autoritativo lesivo di posizioni giuridiche soggettive, la cui impugnazione è soggetta al termine decadenziale di sessanta giorni dalla sua conoscenza. Qualora il provvedimento di revoca determini la perdita di diritti reali o personali del soggetto assegnatario sull'area, questi può chiedere il riconoscimento dell'indennità prevista dall'art. 936 c.c., in quanto terzo che ha realizzato opere su suolo altrui, la cui domanda deve essere proposta dinanzi al giudice ordinario competente per territorio. L'amministrazione comunale, invece, non può formulare domanda riconvenzionale nei confronti del soggetto assegnatario o di altri soggetti non evocati in giudizio dall'attore, in quanto ciò violerebbe il principio del ne bis in idem e il divieto di domande riconvenzionali nei confronti di parti non evocate in giudizio.