Cassazione penale Sez. V sentenza n. 49500 del 9 dicembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:49500PEN

Massima

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La minaccia sussiste anche quando il male prospettato non dipende dalla volontà dell'agente, purché la frase utilizzata abbia un chiaro tenore minaccioso, essendo sufficiente la prospettazione di un male futuro, indipendentemente dalla sua realizzazione effettiva. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato di minaccia, può fondare la propria decisione su una motivazione adeguata e priva di vizi logici, senza che la diversa ricostruzione dei fatti operata dal ricorrente in sede di legittimità possa comportare una revisione della pronuncia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 181/2011 GIUDICE DI PACE di GALLARATE, del 12/07/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/10/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, dr. ((omissis)), ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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