Il provvedimento di sospensione dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande in un circolo privato, adottato dall'autorità amministrativa competente ai sensi dell'art. 17-ter, comma 3, del T.U.L.P.S., costituisce un atto di natura cautelare, propedeutico all'eventuale successivo ritiro dell'autorizzazione, che può essere disposto anche in presenza di violazioni delle prescrizioni relative all'esercizio di tale attività, come l'accertata presenza di avventori non soci consumatori di bevande alcoliche. Tale provvedimento di sospensione, pur essendo soggetto al termine ordinatorio di cinque giorni dalla trasmissione del verbale di accertamento della violazione, non è inficiato dalla sua eventuale inosservanza, non comportando tale circostanza la decadenza del potere di provvedere della pubblica amministrazione. Inoltre, il provvedimento di sospensione, limitandosi a inibire l'attività abusiva di somministrazione ai non soci, non necessita di ulteriori prescrizioni o autorizzazioni da parte del destinatario, essendo sufficiente il mero ripristino della legittima attività riservata ai soli associati. Pertanto, il provvedimento di sospensione adottato ai sensi dell'art. 17-ter, comma 3, del T.U.L.P.S. si configura come atto vincolato, espressione di un potere cautelare attribuito all'autorità amministrativa competente, la cui legittimità non è inficiata dalla mancata osservanza del termine ordinatorio di cinque giorni dalla trasmissione del verbale di accertamento della violazione, né dalla mancata indicazione di prescrizioni o autorizzazioni ulteriori rispetto a quelle già possedute dal destinatario.