Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20920 del 15 luglio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:20920PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando il soggetto attivo, mediante minaccia di un male ingiusto, costringe il soggetto passivo a consegnare una somma di denaro o altro profitto non dovuto, anche se il male prospettato non è concretamente realizzabile o dipende dalla volontà dell'agente. Ciò in quanto l'elemento essenziale del reato è la coartazione della libertà di autodeterminazione della vittima, che viene posta di fronte all'alternativa di subire il male minacciato o di procurare un ingiusto vantaggio al reo. La minaccia, pertanto, non deve necessariamente prospettare un male irreparabile, essendo sufficiente che essa sia tale da far sorgere nella vittima il timore di un concreto pregiudizio, come nel caso in cui venga prospettata la difficoltà di regolare partecipazione all'asta giudiziaria. Inoltre, la presenza simultanea di più persone nell'esecuzione della minaccia aggrava il reato in ragione del maggiore effetto intimidatorio derivante dalla loro riunione. Infine, la scelta del rito abbreviato non sana l'inutilizzabilità delle dichiarazioni rese dalle persone offese, qualora non sussistessero precedenti indizi di reità a loro carico, in quanto tale inutilizzabilità è limitata solo nei confronti dei dichiaranti e non dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/01/2019 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di TARANTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. VINCENZO TUTINELLI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. ZACCO FRANCA, che ha concluso chiedendo l'annullamento della sentenza impugnata con rinvio alla Corte di Appello competente in relazione al trattamento sanzionat…

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