Cassazione penale Sez. V sentenza n. 48529 del 28 dicembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:48529PEN

Massima

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Il reato di lesioni personali, perseguibile d'ufficio in ragione della natura e durata della malattia derivata, può essere provato dalle dichiarazioni della persona offesa, purché siano ritenute attendibili dal giudice di merito, senza che assuma rilevanza la mancata costituzione di parte civile della stessa o l'assenza di riscontri esterni alle sue dichiarazioni, atteso che il giudice può fondare il proprio convincimento sulla base di tali dichiarazioni, adeguatamente motivando in ordine alla loro credibilità. La motivazione della sentenza di condanna può validamente richiamarsi a quella del primo giudice, senza incorrere in vizi di logicità o contraddittorietà, ove il giudice di appello abbia esplicitato gli elementi di prova a carico dell'imputato non smentiti dalla difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA ((omissis)) del 06/10/2 -

Dott. OLDI ((omissis)) SENTE -

Dott. DE BERARDINIS Silvana rel. Consigliere N. 2 -

Dott. VESSICHELLI ((omissis)) REGISTRO GENER -

Dott. DEMARCHI ALBENGO ((omissis)) N. 10045/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMESSO), N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2263/2008 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 20/12/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/10/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

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