Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9717 del 27 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:9717PEN

Massima

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Il peculato commesso dal pubblico ufficiale, attraverso l'appropriazione indebita di denaro di cui abbia il possesso per ragioni del suo ufficio, integra un reato grave che lede il principio di fedeltà e correttezza nell'esercizio della funzione pubblica. La responsabilità penale del pubblico ufficiale può essere accertata sulla base di una ricostruzione dettagliata e puntuale del meccanismo illecito posto in essere, attraverso l'esame di ampia documentazione contabile e l'acquisizione di testimonianze probanti, senza che la mancata produzione di tale documentazione alla difesa possa essere considerata una violazione del diritto di difesa, ove la stessa sia stata comunque esaminata in contraddittorio e non vi siano state specifiche contestazioni o richieste di consulenza da parte della difesa. Il giudice di merito, nel valutare la gravità della condotta e l'entità del danno arrecato, può legittimamente escludere l'applicazione delle attenuanti generiche, motivando adeguatamente le ragioni di tale scelta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. LEO Guglielmo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 10 gennaio 2013 emessa dalla Corte d'appello di Cagliari - Sezione distaccata di Sassari;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione del consigliere dott. Giorgio Fidelbo;

udite le richieste del sostituto procuratore generale Roberto Aniello, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito, per la parte civile, l'avvocato (OMISSIS), sostituto pr…

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