Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9111 del 25 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:9111PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274 c.p.p., lett. c), può essere desunto dalle specifiche modalità e circostanze del fatto, nonché dalla personalità dell'indagato, anche in assenza di precedenti penali, quando la condotta concretamente tenuta e le caratteristiche soggettive dell'agente siano indicative di una spiccata propensione a commettere nuovi delitti della stessa specie, a tutela del bene giuridico offeso. In tal caso, la custodia cautelare in carcere può essere ritenuta l'unica misura adeguata e proporzionata, ove elementi specifici, inerenti al fatto, alle motivazioni di esso ed alla personalità del soggetto, indichino quest'ultimo come propenso all'inosservanza degli obblighi connessi a misure meno afflittive, in ragione della sua spiccata pericolosità sociale e della necessità di impedire il protrarsi di condotte lesive di un rilevante patrimonio culturale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. FUMO Maurizi - Consigliere

Dott. PEZZULLO Ro - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2164/2013 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 02/04/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSA PEZZULLO;

Udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. Gioacchino Izzo, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito, per il ricorrente, l'avvocato (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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