Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33263 del 7 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:33263PEN

Massima

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Il possesso e la fabbricazione di un documento di identità falso, anche se privo di capacità ingannatrice, integrano il reato di cui all'art. 497-bis c.p., in concorso con il reato di contraffazione dell'impronta di una pubblica certificazione di cui all'art. 469 c.p., in quanto le due fattispecie delittuose tutelano beni giuridici distinti e descrivono condotte differenti. La valutazione della recidiva, quale sintomo di maggiore riprovevolezza e pericolosità del soggetto, rientra nell'ambito del libero apprezzamento del giudice di merito, la cui motivazione non può essere sindacata in sede di legittimità se non in presenza di vizi logici intrinseci o di contraddittorietà estrinseca con altri atti processuali specificamente indicati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. SCOTTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/12/2015 della CORTE APPELLO di GENOVA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/03/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCOTTI UMBERTO LUIGI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa LORI Perla, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Genova con se…

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