Cassazione penale Sez. I sentenza n. 22866 del 8 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:22866PEN

Massima

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Il giudice della esecuzione, investito di una richiesta di applicazione del condono in relazione a pene irrogate per reati aggravati ai sensi del d.l. n. 152 del 1991, convertito nella l. n. 203 del 1991, deve rigettare la richiesta stessa, in quanto tali titoli di reato non consentono l'indulto. Tuttavia, avverso il provvedimento del giudice della esecuzione che respinge la richiesta di condono, il condannato deve proporre opposizione, quale rimedio specificamente previsto dalla legge, e non ricorso per cassazione, che risulta precluso. Il principio di conservazione degli atti giuridici consente comunque la conversione del ricorso per cassazione in opposizione, con conseguente trasmissione degli atti al giudice della esecuzione per il prosieguo del procedimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TA. FR. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 3/2010 CORTE ASSISE APPELLO di CALTANISSETTA, del 28/05/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, Dott. IACOVIELLO ((omissis)), Sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso questa Corte suprema, il quale ha concluso per la qualificazione del ricorso come opposizione.

RILEVA

1. - Con ordinanza, deliberata il 28 maggio 2010 e d…

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