Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel pronunciarsi sull'impugnazione di un Piano di Governo del Territorio (PGT) comunale, afferma che, in presenza di una successiva variante generale al PGT, impugnata, il ricorso contro il precedente PGT deve essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse. Ciò in quanto, a seguito dell'approvazione della nuova variante, il precedente PGT risulta superato e non più attuale, sicché un'eventuale pronuncia di annullamento del primo strumento urbanistico sarebbe "inutiliter data". Il Tribunale precisa che, tra piani urbanistici che si succedono nel tempo, sussiste un rapporto di presupposizione che non genera invalidità a effetto caducante, ma al più una invalidità a effetto viziante, in quanto la deliberazione successiva (la variante) non è posta nell'ambito della medesima sequenza procedimentale quale inevitabile conseguenza dell'atto anteriore (il PGT impugnato), ma è il frutto di una ulteriore e differente ponderazione di interessi. Inoltre, la variante generale del 2016 rispetto al PGT del 2013 si pone alla stregua di un atto confermativo in senso proprio, adottato a seguito di una globale e generale rivisitazione dell'assetto urbanistico complessivo, che ha modificato il pregresso ordine di interessi, non assumendo rilievo la circostanza che l'area di proprietà dei ricorrenti non abbia subito alcuna modifica, visto che tale conferma è scaturita da una rinnovata valutazione che si va a inserire nel nuovo assetto pianificatorio, garantendone l'equilibrio. Infine, in assenza di una domanda risarcitoria proposta unitamente all'impugnazione degli atti pianificatori, il Tribunale dichiara l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, non potendosi procedere all'accertamento dell'illegittimità degli atti impugnati ai soli fini risarcitori.