Cassazione penale Sez. I sentenza n. 23319 del 11 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:23319PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza del vincolo della continuazione tra più condanne per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa, deve verificare in concreto se la consumazione successiva dei delitti di partecipazione all'associazione mafiosa risulti espressione del medesimo disegno criminoso e sia frutto di un deliberato unitario programmato ab initio almeno nelle sue linee generali per l'intero arco temporale. Tale indagine non può fondarsi sic et simpliciter sulla mera pluralità di condanne per i diversi fatti associativi, recuperandoli de plano ad unità ed inferendo il medesimo disegno criminoso dalla sola identità dell'astratto titolo di reato per cui vi è stata condanna, specie allorquando tra le distinte condotte esistano spazi temporali non marginali, in cui non è documentato il protrarsi continuativo dell'adesione alla associazione. Ai fini dell'applicazione del vincolo della continuazione, è necessario che la condotta associativa successiva trovi la sua spinta psicologica genetica nel pregresso accordo criminoso che aveva indotto la condanna per l'adesione al primo sodalizio mafioso, non essendo sufficiente la mera identità del titolo di reato. Il giudice di merito, pertanto, deve valutare in concreto gli elementi rivelatori dell'unità del disegno criminoso, quali la vicinanza temporale tra le condotte, la permanenza dei medesimi partecipi al gruppo associativo e la sussistenza di un nesso psicologico tra le diverse adesioni, senza poter desumere automaticamente l'esistenza del vincolo della continuazione dalla sola pluralità di condanne per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 237/2015 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 03/03/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO CAIRO;
Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Dott. ((omissis)), Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 3 marzo 2016 la Corte d'assise d&#…

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