Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29606 del 7 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:29606PEN

Massima

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Il reato di riduzione in schiavitù o in servitù, di cui all'art. 600 c.p., si configura alternativamente quando l'agente esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli del proprietario, oppure quando riduce o mantiene una persona in uno stato di soggezione continuativa, costringendola a prestazioni lavorative, sessuali o all'accattonaggio, che ne comportino lo sfruttamento. A tal fine, è sufficiente il mero sfruttamento economico della persona offesa, anche se questa si trovi in condizioni di disagio, purché risulti provato lo stato di assoggettamento e di costrizione della vittima. La valutazione degli elementi indiziari a sostegno di tale reato rientra nel merito della decisione, non sindacabile in sede di legittimità, ove la motivazione del provvedimento risulti congrua e logica nell'analisi complessiva del quadro probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI FIRENZE;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

inoltre:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1648/2013 TRIB. LIBERTA' di FIRENZE, del 20/11/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto dei r…

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