Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di merito, nel valutare l'attendibilità della persona offesa e la responsabilità dell'imputato, può fondare il proprio convincimento su una pluralità di elementi probatori, anche diversi dal riconoscimento fotografico, purché logicamente e coerentemente motivati. In particolare, il giudice può ritenere attendibile il racconto della persona offesa quando questo risulti lineare, preciso e coerente, senza che la mancata costituzione di parte civile o la presenza di dettagli scomodi possano inficiarne la credibilità. Inoltre, il giudice può valorizzare ulteriori riscontri esterni, come la corrispondenza tra il nome e il cognome dell'imputato e i dati emersi dalle indagini, nonché l'assenza di elementi che possano far dubitare della genuinità della condotta della persona offesa. Il giudizio di attendibilità della persona offesa e la valutazione complessiva degli elementi probatori rientrano nell'ambito del merito, non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente e logicamente motivato. Infine, il giudice può negare le attenuanti generiche, anche in presenza di una precedente concessione del perdono giudiziale, in ragione della gravità del fatto e della personalità dell'imputato, senza necessità di esaminare analiticamente tutti i parametri di cui all'art. 133 c.p.