Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa, Sezione autonoma di Bolzano, ha affermato i seguenti principi giuridici: 1. La disciplina provinciale che limita l'esercizio del commercio al dettaglio nelle zone produttive non si pone in contrasto con la normativa eurounitaria sulla libertà di stabilimento e libera prestazione dei servizi, in quanto tali restrizioni sono giustificate da motivi imperativi di interesse generale, quali la tutela dell'ambiente e dell'ambiente urbano, il contenimento del consumo di suolo e la salvaguardia del territorio montano. 2. La normativa provinciale in esame, che consente di destinare solo il 25% della cubatura ammissibile nelle zone produttive ad attività di prestazione di servizi e/o commercio al dettaglio, rispetta i principi di non discriminazione e proporzionalità stabiliti dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia UE. 3. La disciplina provinciale non si pone in contrasto con la normativa statale di liberalizzazione delle attività commerciali, in quanto questa consente alle Regioni e Province autonome di introdurre limitazioni territoriali all'insediamento di attività commerciali, purché ciò sia necessario per il perseguimento di prevalenti interessi della collettività. 4. Le censure di eccesso di potere per difetto di motivazione, istruttoria e sviamento di potere sono infondate, in quanto il Comune ha adeguatamente motivato il provvedimento di chiusura dell'attività di commercio al dettaglio sulla base della mancanza dei presupposti urbanistici previsti dalla legge provinciale.