Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dal sig. Colombo Roberto avverso i provvedimenti del Comune di Massa relativi all'ampliamento abusivo di un fabbricato di sua proprietà, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Il diniego di sanatoria edilizio adottato dalla Pubblica Amministrazione è legittimo quando è motivato dalla sussistenza di vincoli urbanistici, come il vincolo idrogeologico e il vincolo di rispetto stradale, che precludono in assoluto la realizzazione dell'intervento. In tali casi, non è possibile per l'Amministrazione impartire prescrizioni per rendere compatibile l'opera con i vincoli, in quanto l'intervento risulta radicalmente incompatibile. 2. La formazione del silenzio-assenso sulla domanda di condono edilizio, ai sensi dell'art. 35, comma 17, della Legge n. 47/1985, presuppone che la domanda sia corredata dalla documentazione catastale, requisito che non risultava soddisfatto nel caso di specie. Pertanto, il diniego di condono non può essere considerato illegittimo per difetto di motivazione, essendo sufficiente la mera sussistenza di vincoli ostativi alla sanatoria. 3. La censura di eccesso di potere per disparità di trattamento rispetto ad altri soggetti che avrebbero beneficiato del condono nonostante la presenza di vincoli, non può trovare accoglimento quando l'Amministrazione esercita un potere vincolato, come nel caso di diniego di sanatoria per la presenza di vincoli urbanistici. 4. L'Amministrazione è tenuta ad agire nel rispetto della legge, senza poter considerare l'assetto di fatto assunto da un'area in violazione delle norme urbanistiche. Pertanto, è legittima l'ingiunzione di demolizione di un ampliamento abusivo, anche quando questo sia stato realizzato in connessione con un manufatto preesistente e legittimamente condonato, in quanto l'ampliamento costituisce una nuova edificazione interamente realizzata in assenza del necessario titolo abilitativo.