Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34827 del 14 settembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:34827PEN

Massima

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Il diritto di critica politica, pur ampio, trova un limite nel rispetto della reputazione altrui e nella continenza e veridicità delle affermazioni. Pertanto, l'attribuzione di condotte penalmente rilevanti a un pubblico ufficiale, senza adeguata prova, integra il reato di diffamazione, non essendo sufficiente a escludere la responsabilità penale la mera finalità di denuncia politica. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato, deve bilanciare il diritto di critica con il diritto alla reputazione, tenendo conto della forma espressiva utilizzata, della rilevanza pubblica delle affermazioni e della loro corrispondenza alla realtà dei fatti. La condanna al risarcimento del danno non patrimoniale deve essere adeguatamente motivata, con riferimento ai criteri di liquidazione equitativa, anche in caso di riduzione dell'importo rispetto alla pronuncia di primo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. Ti. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 01.06.2005 CORTE DI APPELLO di MILANO;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SCALERA' Vito;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Sostituto Dott. IZZO Gioacchino, che conclude per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore della parte civile, avv. SMURAGLIA Carlo del Foro…

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