Cassazione penale Sez. II sentenza n. 113 del 7 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:113PEN

Massima

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Il danneggiamento di beni altrui, anche se commesso al fine di eseguire un successivo reato, integra autonome fattispecie delittuose che devono essere sanzionate, a prescindere dalla realizzazione del reato finale. Il giudice, nel determinare il risarcimento del danno in via equitativa, può fare riferimento agli elementi di prova acquisiti, quali la constatazione di danni materiali accertati dai verbalizzanti, senza che ciò comporti un vizio di motivazione. Inoltre, il soggetto che non vanti alcun titolo di diritto reale o personale sull'area danneggiata non è legittimato a eccepire la demanialità del bene, trattandosi di eccezione "de iure tertii" rilevabile d'ufficio in ogni stato e grado del processo. La mancata tempestiva proposizione di eccezioni processuali, come quella relativa alla nullità del decreto di citazione per erronea indicazione del termine per la richiesta di riti alternativi, comporta la preclusione di tale doglianza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo Liber - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Giovanni - Consigliere

Dott. POLICHETTI Renato - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PU. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 02/10/2007 CORTE APPELLO di SALERNO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. POLICHETTI RENATO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. MURA Antonio, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Pu. Ma. veniva riconosciuto colpevole dal Tribunale di Vallo della Lucani…

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