Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza del Ministero della Salute che aveva disposto la sospensione delle attività in sale da ballo, discoteche e locali assimilati durante l'emergenza epidemiologica da COVID-19, ha affermato il principio secondo cui le misure restrittive adottate dalle autorità competenti per contenere la diffusione del virus, pur incidendo su diritti e libertà costituzionalmente garantiti, sono legittime, necessarie e proporzionate qualora siano ispirate dal criterio della massima prudenza, volte a bilanciare correttamente le esigenze di tutela della salute pubblica e del libero esercizio dell'attività economica, in un quadro emergenziale straordinario, imprevedibile ed in continua evoluzione. Tali provvedimenti, adottati nel rispetto della normativa primaria, risultano idonei (almeno in astratto) a contenere quanto più possibile i contagi, non apparendo viziati da illogicità o incongruità, e non violano i principi costituzionali, essendo rimesse alla discrezionalità del legislatore le scelte in merito alle modalità di concessione di eventuali provvidenze economiche a favore delle attività sospese.