Il provvedimento di informazione interdittiva antimafia, adottato dal Prefetto ai sensi dell'art. 91 del D.lgs. n. 159/2011, non richiede il previo contraddittorio con l'interessato, essendo sufficiente che l'Amministrazione valuti, sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti, la sussistenza di un concreto pericolo di infiltrazione mafiosa nell'attività imprenditoriale. Tale valutazione, effettuata secondo il criterio del "più probabile che non", non necessita della prova della commissione di un fatto penalmente rilevante, essendo sufficiente l'accertamento di una "contiguità soggiacente" dell'imprenditore ad ambienti criminali, anche in assenza di precedenti penali. Il provvedimento interdittivo, pur comprimendo temporaneamente la libertà di iniziativa economica, risulta proporzionato e ragionevole in quanto funzionale alla prevenzione e repressione del fenomeno mafioso, prevalendo tale interesse pubblico sulla tutela del singolo interesse privato.