Cassazione penale Sez. V sentenza n. 48890 del 22 dicembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:48890PEN

Massima

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Il reato di furto in abitazione di cui all'art. 624-bis c.p. richiede che l'agente si sia introdotto nell'abitazione altrui al precipuo fine di sottrarre beni mobili, non essendo sufficiente che il furto sia stato commesso approfittando dell'occasione di trovarsi legittimamente nell'abitazione. Pertanto, non integra il reato di furto in abitazione la condotta di chi, pur essendosi impossessato di beni mobili all'interno dell'abitazione altrui, vi si sia recato non per commettere il furto, ma per svolgere la propria attività lavorativa di collaboratore domestico, con il consenso del titolare dell'abitazione. In tali casi, il fatto deve essere ricondotto alla fattispecie di furto comune di cui all'art. 624 c.p., ferme restando le eventuali aggravanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
Avverso la sentenza della Corte d'Appello di Napoli del 23/11/2021;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;
(lette le conclusioni del) udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa MASTROBERARDINO Paola che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;
(lette le conclusioni del difensore dell'imputata) udito…

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