Ai sensi dell'art. 32, comma 27, lett. d) del D.L. n. 269/2003, convertito in L. n. 326/2003 (c.d. "terzo condono edilizio"), gli abusi edilizi realizzati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico sono sanabili solo se si tratta di opere minori, senza aumento di superficie o volumetria, conformi alle prescrizioni urbanistiche e previo parere dell'autorità preposta alla tutela del vincolo. L'incremento di superficie di 9,75 mq. realizzato dalla ricorrente, anche qualificabile come ristrutturazione edilizia, non rientra in tali ipotesi di sanatoria, in quanto comporta un aumento della superficie dell'edificio, in contrasto con la normativa sul condono. Inoltre, l'art. 149 del D.Lgs. n. 42/2004 esclude l'autorizzazione paesaggistica solo per interventi di manutenzione, straordinaria e restauro conservativo che non alterino lo stato dei luoghi e l'aspetto esteriore degli edifici, circostanza non ricorrente nel caso di specie. Infine, la domanda di condono riguardava un intervento unitario superiore al 2% della superficie complessiva dell'edificio, per il quale è necessario il previo parere dell'amministrazione preposta alla tutela del vincolo, non acquisito.