Cassazione penale Sez. I sentenza n. 517 del 8 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:517PEN

Massima

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La sospensione della chiamata obbligatoria alla leva militare, introdotta con la Legge n. 231 del 2000, non ha abolito il servizio di leva militare obbligatoria, ma ne ha limitato l'operatività a specifiche situazioni e a casi eccezionali, anche in tempo di pace. Pertanto, il reato di rifiuto del servizio militare per motivi di coscienza non è stato abrogato, ma è stato modificato il contenuto del precetto penale. Sussiste, quindi, l'ipotesi di cui all'art. 2, comma 4, c.p., con la conseguenza che per i fatti anteriormente commessi, sempre che non sia stata pronunciata sentenza di condanna irrevocabile, deve trovare applicazione la nuova e più favorevole disciplina, per la quale la condotta di rifiuto del servizio militare per motivi di coscienza non costituisce più reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. NOVIK Adet Toni - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico Giuseppe - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
Avverso l'ordinanza n. 720/2014 emessa il 02/12/2014 dalla Corte di appello di Bologna;
Sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CENTONZE Alessandro;
Lette le conclusioni del Procuratore generale, in persona del Dott. FIMIANI Pasquale, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RILEVATO IN FATTO
1. Con ordinanza emessa il 02/12/2014 la Corte di appello di Bologna rigettava la richiesta di revoca della sentenza emessa dalla Corte di appel…

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