Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12729 del 27 marzo 2024

ECLI:IT:CASS:2024:12729PEN

Massima

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Il reato di minaccia aggravata sussiste quando la condotta dell'agente, valutata secondo un criterio medio e in relazione alle concrete circostanze del fatto, risulta potenzialmente idonea a incidere sulla libertà morale della vittima, a prescindere dall'effettivo timore provato dalla stessa. La valutazione della capacità intimidatoria della minaccia non è esclusa dalla consapevolezza della vittima circa il disagio psicologico dell'autore del reato, né dalla successiva remissione della querela, essendo sufficiente che la condotta, nel contesto in cui si è realizzata, abbia assunto una valenza gravemente minacciosa. Il giudice, nel determinare la pena, può legittimamente disporre la sostituzione della reclusione con la pena del lavoro di pubblica utilità, senza che ciò comporti l'obbligo di motivare il diniego della sospensione condizionale della pena, qualora tale richiesta non sia stata espressamente formulata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta da:

Dott. MICCOLI Grazia Rosa Anna - Presidente

Dott. PILLA Egle - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Relatore

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

Dott. GIORDANO Rosaria - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Te.Ma. nato a G il (Omissis)
avverso la sentenza del 31/03/2023 del TRIBUNALE di NOVARA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MATILDE BRANCACCIO;
letta la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale LUCIA ODELLO che ha concluso chiedendo l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, il Tribunale di Novara ha condannato alla pena di tre mesi di reclusione (sostituiti con la pena del lavoro di pubblica utilità) Te.Ma., riqualificata l'inizial…

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