Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nei rapporti tra gli atti che compongono la lex specialis di una gara pubblica (bando, disciplinare e capitolato speciale d'appalto) vige un rapporto gerarchico che postula la prevalenza del bando di gara, il quale fissa le regole fondamentali della procedura. Pertanto, eventuali previsioni contenute nel capitolato speciale d'appalto che siano in contrasto con il bando di gara non possono trovare applicazione, in quanto la lex specialis deve essere interpretata in modo unitario e coerente. Inoltre, la modifica sostanziale dell'oggetto di un contratto di appalto, quale la previsione di una proroga non contemplata nel bando, non può avvenire unilateralmente attraverso il capitolato speciale, ma richiede un nuovo accordo tra le parti. La proroga del contratto, in assenza di una espressa previsione nel bando di gara, può essere disposta solo in via eccezionale, per il tempo strettamente necessario all'espletamento di una nuova procedura di gara, e comunque nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dall'art. 106, comma 11, del d.lgs. n. 50/2016. Pertanto, l'adozione di un provvedimento di proroga del contratto in assenza dei presupposti di legge è illegittima per violazione di norme di rango primario e per eccesso di potere per travisamento dei fatti.