Il provvedimento prefettizio di diniego dell'aggiornamento dell'informativa antimafia, adottato ai sensi dell'art. 10, comma 8, del d.P.R. n. 252/1998, deve essere fondato su elementi concreti e specifici che dimostrino in modo obiettivo e non meramente presuntivo il pericolo di infiltrazione mafiosa, senza potersi basare esclusivamente su meri rapporti di parentela o su vicende giudiziarie risalenti nel tempo e non riconducibili a contesti mafiosi. In assenza di tali elementi, il provvedimento prefettizio è illegittimo e comporta l'annullamento del conseguente provvedimento di revoca delle agevolazioni finanziarie adottato dall'amministrazione competente. Il principio di tassatività e di specificità delle fattispecie costituisce un cardine dello Stato di diritto, imponendo che le misure di prevenzione, anche di natura interdittiva, siano adottate sulla base di una "condotta tipizzata" o di una "situazione di fatto" obiettivamente percepibile, che sia indice presuntivo sintomatico del pericolo di condizionamento mafioso, senza potersi fondare su meri rapporti di parentela o su vicende giudiziarie lontane nel tempo e prive di connotazioni mafiose.