Il comportamento violento e intimidatorio posto in essere nei confronti di pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, anche in momenti diversi, integra il concorso materiale dei reati di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, con la conseguente applicazione della circostanza aggravante di cui all'art. 576, n. 5-bis, c.p. quando i reati siano commessi "nell'atto" e "a causa" dell'adempimento delle funzioni da parte degli operanti. La ricostruzione storico-fattuale operata dal giudice di merito, che abbia adeguatamente motivato in ordine all'integrazione degli elementi costitutivi dei reati contestati, non è sindacabile in sede di legittimità, essendo preclusa una nuova valutazione delle prove acquisite. Analogamente, la mancata sostituzione della pena con il lavoro di pubblica utilità e il diniego della sospensione condizionale della pena, se adeguatamente motivati, non sono censurabiliin sede di legittimità, in assenza di una puntuale e argomentata critica della motivazione.