La giurisdizione del giudice ordinario in materia di revoca o decadenza di contributi pubblici si estende anche ai casi in cui la revoca sia fondata sull'inadempimento del beneficiario non solo a clausole e prescrizioni scaturenti dall'atto di concessione, ma anche direttamente a norme di legge che hanno attitudine ad eterointegrare la disciplina del rapporto concessorio. Ciò in quanto l'infrazione ritenuta dall'amministrazione concedente della normativa di settore, nella specie l'art. 132 del Codice dei contratti pubblici, integra un inadempimento a una specifica obbligazione cui è assoggettato l'aiuto pubblico, rientrando la controversia tra quelle determinate da un "inadempimento alle obbligazioni assunte di fronte alla concessione del contributo", evento che, secondo la giurisprudenza, determina la devoluzione della controversia al giudice ordinario. Tale principio vale anche laddove non sia presente una espressa previsione regolamentare che imponga il rispetto della normativa di settore, atteso che l'obbligo di conformarsi alle prescrizioni di legge è immanente alla disciplina del rapporto concessorio. Inoltre, la revoca non è fondata su un apprezzamento discrezionale delle ragioni di pubblico interesse sottese all'erogazione del finanziamento, ma unicamente sull'inadempimento del beneficiario, sicché la controversia rientra nella giurisdizione del giudice ordinario.