Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15658 del 15 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:15658PEN

Massima

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Il dipendente pubblico che si appropria indebitamente di beni o denaro pubblico, abusando della sua posizione di ufficio, commette il reato di peculato, il quale è punito con la reclusione e la multa. Tale condotta è gravemente lesiva del principio di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, in quanto viola i doveri di fedeltà, diligenza e probità che gravano sul pubblico dipendente nell'esercizio delle sue funzioni. Pertanto, il peculato integra una fattispecie di reato contro la pubblica amministrazione che deve essere sanzionata con rigore, anche al fine di tutelare la fiducia dei cittadini nell'operato della pubblica amministrazione. Tuttavia, il giudice può riconoscere al reo le attenuanti generiche, qualora emergano elementi che ne diminuiscano la colpevolezza o la gravità della condotta, tenendo conto della natura e dell'entità del danno cagionato, nonché della personalità e del comportamento del soggetto. In ogni caso, il pubblico dipendente che commette il reato di peculato deve essere condannato al risarcimento del danno e alla restituzione dei beni indebitamente appropriati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1908/2013 CORTE APPELLO di MILANO, del 02/12/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso

udita in PUBBLICA UDIENZA del 08/04/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARLO CITTERIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ANIELLO Roberto che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

CONSIDERATO IN FATTO

1. (OMISSIS) e (OMISSIS) eran…

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