Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17606 del 30 aprile 2008

ECLI:IT:CASS:2008:17606PEN

Massima

Generata da Simpliciter
La capacità di intendere e di volere al momento del fatto costituisce un presupposto essenziale per l'imputabilità penale dell'agente. Qualora sia accertato che, per infermità mentale, l'imputato non fosse in grado di comprendere la portata illecita della propria condotta e di autodeterminarsi liberamente, egli deve essere ritenuto non imputabile e, conseguentemente, non punibile. In tali casi, il giudice dispone il ricovero dell'imputato in una casa di cura per un periodo di tempo adeguato al suo trattamento terapeutico e la sua interdizione dai luoghi in cui ha commesso il fatto, al fine di tutelare la collettività e favorire il percorso di cura e riabilitazione dell'infermo di mente. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che la capacità di intendere e di volere al momento del fatto costituisce un requisito essenziale per l'imputabilità penale, la cui mancanza determina l'esclusione della responsabilità dell'agente e l'applicazione di misure di sicurezza a tutela della collettività e del reo stesso. Tale principio si fonda sulla centralità del libero arbitrio e della coscienza critica dell'agente quale presupposto imprescindibile per l'affermazione della responsabilità penale, in coerenza con i principi costituzionali di personalità della responsabilità penale e di finalità rieducativa della pena. La valutazione della capacità di intendere e di volere deve essere effettuata dal giudice sulla base di una rigorosa e approfondita perizia psichiatrica, che accerti lo stato mentale dell'imputato al momento del fatto, senza che possano rilevare eventuali vicende processuali o civili pregresse o successive, le quali non incidono sulla ricostruzione della fattispecie concreta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MI. Cl. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Napoli, sezione 3 penale, in data 4.10.2006.

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dott. Piercamillo Davigo.

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

Udito il difensore dell'imputato, Avv. MAN…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.