Cassazione penale Sez. II sentenza n. 14085 del 8 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:14085PEN

Massima

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Il possesso di una carta d'identità provento di furto, in assenza di una plausibile giustificazione da parte dell'imputato, costituisce prova della conoscenza della sua illecita provenienza, integrando il reato di ricettazione. Inoltre, il giudizio di contraffazione palese espresso da un teste qualificato, come un ufficiale di polizia, esclude che possa trattarsi di un falso grossolano, integrando pertanto il reato di falsità in atti pubblici. La mancata giustificazione del possesso di una cosa proveniente da delitto, come una carta d'identità rilasciata solo dal Comune di residenza, e il giudizio di un teste qualificato sulla palese contraffazione, sono elementi sufficienti per ritenere provata la responsabilità dell'imputato per i reati di ricettazione e falsità in atti pubblici, senza che sia necessario procedere all'accertamento della prescrizione del reato, in caso di declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione dovuta alla manifesta infondatezza dei motivi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza del 25/03/2013 della Corte di Appello di Catanzaro;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. ((omissis)) che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per il capo per prescrizione;

inammissibilita' del resto.

FATTO

1. Con sentenza del 25/03/2013, la Corte di Appello di Cata…

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