Cassazione penale Sez. II sentenza n. 29673 del 25 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:29673PEN

Massima

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Il reato di truffa in danno dell'Ente Pubblico si consuma nel momento in cui l'agente consegue l'ingiusto profitto, indipendentemente dall'effettivo incasso della somma fraudolentemente ottenuta, essendo sufficiente la prova dell'avvenuta erogazione del contributo, anche sulla base di dichiarazioni testimoniali di soggetti qualificati che abbiano accertato direttamente i fatti. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle prove, il cui sindacato è precluso al giudice di legittimità, il quale può solo verificare la congruità e logicità della motivazione adottata, senza poter procedere a una nuova valutazione del materiale probatorio. Il ricorso per cassazione che si limiti a riproporre doglianze già esaminate e respinte dal giudice di appello, senza indicare specifici profili di illegittimità della sentenza impugnata, è inammissibile per difetto di specificità dei motivi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difesa di Si. Br. (nato il (OMESSO));

avverso la sentenza del 21.06.2010 della Corte d'Appello di Lecce;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Procuratore Generale in persona di Dr. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

1. Avverso la sentenza indicata in epigrafe, che ha confermato la sentenza del Tribunale di Lecce del 12.05.2009…

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