Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19069 del 7 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:19069PEN

Massima

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Il reato di minaccia è un reato formale di pericolo, per la cui integrazione non è richiesto che il bene tutelato sia realmente leso, essendo sufficiente che il male prospettato possa incutere timore nel soggetto passivo, menomandone la sfera della libertà morale. La valutazione dell'idoneità della minaccia a realizzare tale finalità va effettuata avendo riguardo a un criterio che rispecchi le reazioni dell'uomo comune, senza che rilevi la circostanza che la persona offesa sia stata infastidita, ma non intimidita, dagli atteggiamenti dell'imputato. Sono da considerarsi armi improprie anche gli oggetti che, pur avendo una diversa e specifica destinazione, possono tuttavia occasionalmente servire, per caratteristiche strutturali o in riferimento a determinate circostanze di tempo e di luogo, all'offesa della persona, come l'ombrello con punta di ferro o il blocco di porfido. La correlazione tra l'uso dell'arma e la minaccia sussiste quando l'imputato abbia puntato l'oggetto contro la vittima pronunciando contestualmente le parole minacciose. La reiterazione delle minacce, accompagnata in alcuni casi da comportamenti aggressivi, è altresì idonea a integrare il reato di minaccia grave, a prescindere dal fatto che le stesse provengano da un soggetto proclive alle esagerazioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI ((omissis)) - Presidente

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 64/2013 CORTE APPELLO di TRENTO, del 14/02/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE DE MARZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 14/02/2014, per quanto ancora rileva, la Cort…

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