Il giudice di prevenzione, nell'applicare la misura di confisca patrimoniale, può autonomamente valutare i fatti oggetto di un precedente procedimento penale conclusosi con sentenza assolutoria, purché la decisione assolutoria non abbia negato la sussistenza del fatto rilevante ai fini del giudizio prognostico sulla pericolosità sociale del proposto. Ai fini della confisca di prevenzione, non è necessario che la prova indiretta o indiziaria presenti i caratteri prescritti dall'art. 192 c.p.p. per il giudizio di merito, né che le chiamate in correità o in reità siano sorrette da riscontri individualizzanti. La sproporzione tra il valore dei beni e i redditi dichiarati dal proposto può essere accertata anche con riferimento a un periodo precedente all'insorgere della pericolosità qualificata, al fine di individuare eventuali fonti lecite di finanziamento degli investimenti successivi. La confisca di prevenzione, essendo autonoma rispetto alla confisca penale, non è preclusa dalla mancata applicazione di quest'ultima in un precedente giudizio di merito, in cui la confisca era stata disposta solo per alcuni beni in base a presupposti diversi.