Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22954 del 3 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:22954PEN

Massima

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Il possesso di un bene di provenienza delittuosa, in assenza di una plausibile spiegazione circa le modalità di acquisizione, integra il dolo eventuale del reato di ricettazione, desumibile anche dalla mancata contestazione di circostanze che avrebbero potuto escludere la consapevolezza della illecita provenienza del bene. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, può legittimamente trarre argomenti probatori dalla condotta processuale dell'imputato, come l'omessa allegazione di elementi a discolpa o l'opposizione all'approfondimento di circostanze potenzialmente rilevanti. La motivazione sulla sussistenza del dolo eventuale non è carente né illogica quando il giudice richiama i principi interpretativi consolidati in giurisprudenza e li applica alle peculiarità del caso concreto, dando conto delle ragioni per cui ritiene integrato l'elemento soggettivo del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza n.5526/2012 della Corte d'appello di Napoli, 6a sezione penale;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Margherita B. Taddei;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza su indicata, la Corte di …

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