Il parere negativo espresso dall'amministrazione preposta alla tutela del vincolo paesaggistico in sede di conferenza di servizi, ancorché il suo rappresentante non sia fisicamente intervenuto, è comunque vincolante per l'amministrazione procedente, la quale non può sindacarne le ragioni addotte, ma deve impugnarlo ex art. 146 d.lgs. n. 42/2004 o rimettere la questione al Consiglio dei ministri ai sensi dell'art. 14-quater, comma 3, l. n. 241/1990. Pertanto, l'autorizzazione rilasciata in difetto di tali imprescindibili passaggi è illegittima, in quanto l'apporto istruttorio delle amministrazioni preposte alla tutela di beni sensibili di rilievo costituzionale, come il paesaggio, è caratterizzato da un effetto impeditivo della decisione finale da parte dell'amministrazione procedente, analogamente a quanto previsto per la valutazione di impatto ambientale di competenza statale. Il principio di diritto affermato si fonda sulla necessità di garantire il carattere imprescindibile dell'apporto istruttorio di tali amministrazioni sovraordinate, al fine di assicurare la tutela di interessi pubblici di rilievo costituzionale, come il paesaggio, nell'ambito di procedimenti autorizzativi di opere aventi un impatto sulla collettività.