Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10027 del 5 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:10027PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La misura cautelare personale della custodia in carcere o degli arresti domiciliari può essere legittimamente disposta dal giudice quando sussistano gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati contestati all'indagato e vi sia il concreto pericolo di inquinamento probatorio o di reiterazione del reato. Tuttavia, tale pericolo deve essere attuale e non meramente ipotetico, valutato anche in relazione alla situazione personale e professionale dell'indagato. Qualora il giudice ritenga che il rischio di inquinamento probatorio possa essere adeguatamente fronteggiato con una misura meno afflittiva, come gli arresti domiciliari, deve disporre quest'ultima in luogo della custodia cautelare in carcere. L'interesse all'impugnazione della misura cautelare viene meno quando, nelle more del giudizio di legittimità, l'indagato sia stato rimesso in libertà per cessazione delle esigenze cautelari, non potendo più conseguire alcuna utilità concreta dalla decisione sull'originario ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

AU. Gi., nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza emessa in data 20/05/2008 dal Tribunale di Roma sezione riesame nella procedura incidentale di riesame di ordinanza cautelare carceraria adottata il 5.5.2008 dal g.i.p. del Tribunale di Latina;

esaminati gli atti, i ricorsi e l'ordinanza impugnata;

udita in camera di consiglio la relazione del Consigliere Dott. Giacomo Paoloni;

udito il Pubblic…

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