Cassazione penale Sez. V sentenza n. 42580 del 27 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:42580PEN

Massima

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Il dipendente pubblico che, per motivi di rancore, accede abusivamente e ripetutamente al sistema informatico della propria amministrazione, provocando il danneggiamento, l'interruzione del funzionamento e la distruzione dei dati ivi contenuti, commette il reato di accesso abusivo continuato al sistema informatico, con le relative aggravanti previste dalla legge. L'accesso abusivo al sistema informatico della propria amministrazione, da parte del dipendente pubblico, integra una condotta illecita e penalmente rilevante, a prescindere dalla qualifica rivestita e dalle motivazioni soggettive che l'hanno determinata, in quanto lede il bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice, ossia la riservatezza, l'integrità e la disponibilità del sistema informatico. La condotta del dipendente pubblico che, per ragioni personali e non per finalità di servizio, accede abusivamente e reiteratamente al sistema informatico della propria amministrazione, provocando gravi conseguenze, è meritevole di sanzione penale, in quanto contraria ai doveri di fedeltà, diligenza e correttezza che gravano sul pubblico dipendente nell'esercizio delle proprie funzioni. Il reato di accesso abusivo continuato al sistema informatico, commesso dal dipendente pubblico, è configurabile anche qualora l'accesso sia avvenuto mediante l'utilizzo di credenziali a lui riferibili, in quanto l'abusività della condotta è determinata dalla finalità illecita e dal superamento dei limiti delle proprie attribuzioni, a prescindere dalle modalità di accesso. La sentenza di condanna per il reato di accesso abusivo continuato al sistema informatico, commesso dal dipendente pubblico, è pertanto pienamente legittima e conforme ai principi di diritto, in quanto la condotta accertata integra gli elementi costitutivi del reato, con le relative circostanze aggravanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Anton - Rel. Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/05/2017 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Settembre Antonio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. Lignola Ferdinando, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che si riporta ai motivi
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'appello di Milano …

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