Il rigetto della domanda di conversione del permesso di soggiorno per motivi umanitari in permesso per lavoro subordinato è legittimo qualora il richiedente non abbia dimostrato l'effettiva esistenza di un rapporto di lavoro, essendo la richiesta di conversione un'iniziativa del privato che non richiede la previa comunicazione di avvio del procedimento ex art. 7 L. 241/1990. Inoltre, il riferimento all'art. 37, comma 5, D.P.R. 394/1999 sulla concessione del permesso per attesa occupazione risulta incongruo in assenza dei relativi presupposti. Il giudice amministrativo, nel valutare la legittimità del provvedimento di rigetto, deve accertare la mancanza di idonea documentazione comprovante l'attività lavorativa del richiedente, non essendo sufficiente la mera presentazione della domanda di conversione. In tali casi, il ricorso proposto avverso il diniego è destinato all'integrale rigetto, con possibile compensazione delle spese di giudizio in considerazione della natura meramente formale della costituzione in giudizio dell'amministrazione.