Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12997 del 25 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:12997PEN

Massima

Massima ufficiale
In tema di ingiuria a un inferiore, reato previsto dall'art. 196 cod. pen. mil., la posizione di supremazia gerarchica dell'autore rispetto alla persona offesa non consente di considerare prive di contenuto lesivo espressioni volgari, pur oramai prive, nel linguaggio comune e tra pari, di qualsiasi connotazione offensiva e solo indicative di impoverimento del linguaggio e dell'educazione, in quanto esse, se rivolte a un sottoposto, in violazione delle regole di disciplina e dei principi che devono ispirarle in forza dell'art. 53, comma terzo, Cost., riacquistano appieno il loro specifico significato spregiativo, penalmente rilevante. (Fattispecie relativa a più fatti in continuazione, commessi da tenente colonnello in danno di avieri e di un tenente e consistiti nell'essersi ripetutamente loro rivolto, per telefono o direttamente, con gli epiteti "coglione", "testa di cazzo", "non capisci un cazzo" e simili).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. DI TOMASSI M. Stefania - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ot. Vi., nato il (OMESSO);

avverso la sentenza pronunziata in data 2.4.2008 dalla Corte d'appello militare di Napoli;

Visti gli atti, la sentenza impugnata, il ricorso;

Udita la relazione fatta dal consigliere Dr. M. Stefania Di Tomassi;

Udito il Sostituto Procuratore generale militare dott. Francesco Gentile, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

Udito per il ricorrente l'avvocato D'Argento Nicola, che ha illustrato i motivi di ri…

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