Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28683 del 20 luglio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:28683PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur essendo uno strumento fondamentale per la libera manifestazione del pensiero, trova un limite nel rispetto della reputazione altrui. Pertanto, le espressioni utilizzate, pur se aspre e sferzanti, non possono travalicare il limite della continenza e attribuire alla persona offesa comportamenti moralmente e socialmente censurabili o collocazioni in contesti delinquenziali, in assenza di una effettiva verità dei fatti lamentati. Affinché la critica possa essere considerata legittima, essa deve essere contenuta entro i limiti della continenza e della verità dei fatti, senza degradare la persona offesa con espressioni altamente infamanti. La valutazione della sussistenza della scriminante del diritto di critica rientra nel sindacato di legittimità della Corte di Cassazione, la quale deve verificare in primo luogo la materialità della condotta contestata e la portata offensiva delle frasi ritenute diffamatorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia R.A. - Presidente

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. CANANZI Francesco - Consigliere

Dott. PILLA Egle - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/07/2020 della CORTE APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere PAOLA BORRELLI;
lette le conclusioni del Procuratore generale LUIGI GIORDANO, che ha chiesto l'annullamento della sentenza impugnata quanto ai fatti sub 8 e 9 (con rinvio per la rideterminazione della pena) e l'inammissibilita' del ricorso nel resto;
lette le conclusioni dell'…

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