Il diniego di sanatoria edilizia è legittimo quando l'abuso edilizio realizzato supera i limiti volumetrici previsti dalla normativa statale e regionale, anche in assenza di previa comunicazione dei motivi ostativi e di acquisizione del parere della commissione edilizia. Il silenzio-assenso non opera per le domande di condono presentate ai sensi della legge regionale toscana n. 53 del 2004, che ha disciplinato diversamente gli effetti dell'inerzia dell'amministrazione rispetto alla previsione statale, escludendo l'applicabilità del meccanismo del silenzio-assenso. La sostituzione di un manufatto preesistente con un nuovo edificio di maggiori dimensioni e realizzato con diversi materiali costruttivi integra una "nuova costruzione" e non una mera "ristrutturazione edilizia", non sanabile ai sensi della normativa sul condono. Il mancato esperimento della comunicazione dei motivi ostativi ai sensi dell'art. 10-bis della legge n. 241/1990 non determina l'annullamento del provvedimento finale di diniego di condono quando, in relazione alla natura vincolata dell'attività amministrativa e all'assenza di particolari complessità istruttorie, la partecipazione procedimentale non avrebbe potuto incidere sull'esito del procedimento.