Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così espresso: Il giudice, nell'esercizio della propria funzione giurisdizionale, è tenuto a valutare con particolare attenzione e rigore le violazioni di norme edilizie contestate dalla pubblica amministrazione, verificando la correttezza e la proporzionalità dell'azione amministrativa, al fine di tutelare adeguatamente i diritti e gli interessi del privato. Ciò in quanto il potere sanzionatorio della pubblica amministrazione in materia edilizia, pur essendo ampio e discrezionale, deve comunque rispettare i principi di legalità, ragionevolezza e proporzionalità, trovando il suo fondamento e i suoi limiti nella necessità di assicurare l'ordinato e legittimo sviluppo del territorio. Il giudice, pertanto, nel valutare la legittimità di un provvedimento sanzionatorio in ambito edilizio, deve accertare non solo la sussistenza della violazione contestata, ma anche la correttezza e la proporzionalità dell'azione amministrativa, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti del caso concreto, al fine di garantire un equo bilanciamento tra l'interesse pubblico alla corretta gestione del territorio e il diritto del privato a non subire sanzioni eccessive o sproporzionate. Solo in tal modo il giudice può assicurare una tutela effettiva e adeguata dei diritti del cittadino, in ossequio ai principi costituzionali di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione.